Un'interessante intervista di Carol Glatz al dott. Calvino Gasparini, Presidente dell'Associazione Santi Pietro e Paolo.
Nella penombra, un piccolo gruppo di uomini, vestiti di blu scuro e cravatte rosse con sottili strisce bianche e gialle, guardano con attenzione i pellegrini che visitano la Basilica di San Pietro.
Sono gli uomini che aiutano a mantenere l'ordine e il decoro nella basilica, specialmente durante le cerimonie papali. Sono dei volontari. Appartengono tutti ad un'Organizzazione la cui storia affonda le sue radici nell'Esercito Papale.
"In effetti, potrebbe essere l'unico caso nella storia, in cui un gruppo, ora impegnato in servizi civili e di carità, sia nato da una milizia urbana. Credo che nessun esercito al mondo abbia subito un così radicale cambiamento di questo genere" ha detto Calvino Gasparini, Presidente dell'Associazione SS. Pietro e Paolo, in un'intervista al quotidiano del Vaticano, L'Osservatore Romano, alla fine di agosto 2010.
Oggi walkie-talkie e abiti civili, decorati con un distintivo in metallo rosso e oro con sopra la scritta "Vigilanza", hanno sostituito le divise militari, gli alti cappelli di pelle d'orso bianco ed i fucili Remington con le baionette.
Questa associazione laica nasce dalla Guardia Palatina del Papa, uno dei Corpi che assicuravano la sicurezza papale, insieme alla Guardia Nobile, i Gendarmi Pontifici e le Guardie Svizzere. Per formare la Guardia Palatina, Papa Pio IX ha fuso insieme, nel 1850, due milizie preesistenti. Come è possibile leggere sul sito web dell'Associazione Santi Pietro e Paolo, il nuovo Corpo era composto da cattolici romani altamente motivati che hanno voluto mostrare la loro "fedeltà incondizionata" alla Sede Apostolica.
Il primo Corpo, di 160 uomini, ha agito sia come una Guardia d'Onore per alcune cerimonie, lavorando di concerto con gli altri Corpi, ma anche come guardia del Papa, del Palazzo Apostolico e dei territori circostanti.
Durante la seconda guerra mondiale, la Guardia Palatina ha attuato una geniale strategia pensata da Papa Pio XI, ha detto Gasparini al Catholic News Service. Il Papa, infatti, ha espanso la Guardia Palatina in modo che, ufficialmente, il Vaticano poteva rinforzare la propria sicurezza durante il travaglio del tempo di guerra. Così facendo il Vaticano ha arruolato più di 1.000 uomini tra i romani che sicuramente sarebbero stati presi di mira dai nazisti e dai fascisti italiani.
Facendo diventare membri della Guardia Pontificia potenziali prigionieri politici, il Vaticano concesso loro l'accesso alla Santa Sede, così da poter trovare rifugio ed evitare di essere catturati, uccisi o mandati nei campi di concentramento. Erano indistinguibili dai veri appartenenti al Corpo di Guardia della Palatina, perché anche le vere Guardie Palatine non erano residenti in Vaticano e svolgevano anch'esse, ordinariamente, lavori in Italia.
Gasparini racconta che anche se le Guardie Palatine non erano in grado di confrontarsi direttamente con gli occupanti tedeschi, coraggiosamente sono sempre corse in aiuto alle vittime di guerra, mentre i tedeschi si ritiravano e gli Alleati avanzavano.
Cento anni dopo l'unificazione d'Italia, Papa Paolo VI, ha riconosciuto che non c'era più ragione di mantenere un Esercito Pontificio. Alla base di questa decisione non c'era solo la semplificazione della sicurezza, che a volte era molto appariscente, ma la volontà di sostituire il potere militare con la genuina semplicità evangelica.
Nel 1970, Papa Paolo VI sciolse tutti i corpi armati, tranne l'antica Guardia Svizzera ed ha creato un "Corpo di Guardia", conosciuta oggi come Gendarmeria. Tuttavia, la Guardia Palatina è stata così esemplare nella sua dedizione e nella fede cristiana che il Papa ha permesso di continuare il suo servizio come un gruppo disarmato. Questo è stato un modo unico per lasciare alle Guardie, ormai sciolte, di proseguire la loro eredità di 120 anni di fedeltà e obbedienza alla Chiesa, dando loro un nuovo sbocco per offrire una testimonianza cristiana.
Così è nata l'Associazione SS. Pietro e Paolo, diventando la prima ed attualmente unica Associazione di volontariato pontificia, ha detto Gasparini. Gli uomini deposero le armi ed hanno intrapreso la lotta contro la povertà e le esigenze di Roma.
Attualmente i Soci collaborano con due Istituzioni Vaticane: la mensa dei poveri gestita dalle Missionarie della Carità e la clinica pediatrica medica gestita dalle Figlie della Carità di San Vincenzo de' Paoli.
Gasparini ricorda anche che la Guardia Palatina aveva una propria divisione medica per curare feriti in battaglia e oggi i medici dell'Associazione donano il loro tempo e le loro competenze all'ospedale pediatrico ed a tutti i pellegrini che necessitano di assistenza durante le cerimonie papali. Inoltre, l'Associazione raccoglie fondi per una serie di iniziative, come gli studi per i seminaristi in Africa e una casa di formazione per l'Arcidiocesi di Ranchi, in India.
Un piccolo gruppo di uomini veglia ogni giorno nei pressi di alcune delle tombe papali nella Basilica di San Pietro e molti aiutano i pellegrini durante le Cerimonie. Gasparini ha detto che delle 500 Guardie Palatine che subito hanno aderito all'Associazione SS. Pietro e Paolo nel 1970, 200 sono ancora vive e attivamente presenti a tutti i servizi loro richiesti. Lo stesso dott. Gasparini, geofisico presso l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, è diventato membro della guardia nel 1962 quando aveva 17 anni.
Molti romani vorrebbero diventare membri dell'Associazione, ma vengono accettate solo 20 persone l'anno. Le nuove reclute devono avere un'età tra i 18 ed i 40 anni e devono seguire, prima di poter svolgere i servizi richiesti, un corso di due anni concernente un'appropriata formazione cristiana e culturale.
A causa delle sue antiche origini militari, lo statuto dell'Associazione attualmente non permette alle donne la possibilità di svolgere i servizi, ma il dott. Gasparini ha detto che in futuro le cose cambieranno. Già oggi tre donne, sono Socie Onorarie per i loro particolari vincoli all'Associazione e ci si aspetta che in tempi non lunghi diventino membri a pieno titolo. Gasparini, come Presidente dell'Associazione, presenterà la questione direttamente al Papa ed al Segretario di Stato nell'occasione dell'Anniversario di 40 anni di vita dell'Associazione Santi Pietro e Paolo.